La torre trecentesca

   

    

  Foto dei primi del novecento

 

  La torre nei secoli

La torre medievale che dà il nome al piccolo paese della Torre, che le è nato e cresciuto intorno, ha origini trecentesche.

Costruito agli inizi del XIV secolo, l’edificio viene anticamente denominato "torre di San Quirico". Adibito da subito a mulino, lo rimarrà fino alla metà del Cinquecento, quando viene abbattuta la pescaia.

Di proprietà della famiglia Bartoli di Firenze (alla quale probabilmente si deve la costruzione), la torre nel 1588 viene venduta da Marietta de Gondi vedova Bartoli al cardinale Ferdinando de Medici, che diventerà granduca un anno dopo.

Entrata a far parte degli annessi della vicina villa medicea dell’Ambrogiana, la torre viene ristrutturata e diventa una specie di porta di accesso di ponente alla villa, alla quale viene collegata con una apposita strada.

Il periodo mediceo dell’antica torre termina nel 1715, quando il granduca Cosimo III la vende, insieme al podere che la circonda, a quella famiglia Castellani che ha installato nel piccolo borgo (la Torre, appunto), le prime vetrerie.

Da allora e fino a pochi decenni fa l’edificio è stato sempre adibito ad abitazioni. Per un periodo è appartenuta anche ai marchesi Frescobaldi.

Nel 1999, ad opera dell’attuale proprietario, sono iniziati i lavori di restauro, e tra breve all’interno della torre medievale verrà installato il "Museo del Fiasco Toscano".

 

(Ulteriori informazioni, oltre ad interessanti documenti storici riguardanti la torre medievale, si possono trovare sul libro edito da questo Archivio Fotografico:

B. BORSARI – M. PELLISTRI, La Torre. Storia e Immagini, Montelupo Fiorentino, 1999)

 

    

                             

                                                          

  

         Elaborazione al computer del

           futuro "Museo del fiasco toscano"

 

 

  

 

        

 

 

 

                     

 

 

                                               Il monumento in bronzo alla fiascaia,

                                                opera di Piero Bertelli, che sarà posto

                       all'ingresso del museo.